lunedì 30 giugno 2014

ASCOLTO NELL'EDUCAZIONE


Parlare di educazione implica discutere anche di un tempo dedicato all'ascolto, all'interno di una dinamica dialogica, come modalità di comprensione e di accoglienza dell'altro.

Per l'educatore, per l'adulto che entri in una relazione, il primo passo, il passo determinante è saper ascoltare. In modo empatico, senza pregiudizi, condizionamenti che possano deviare l'attenzione dalla persona che si ha di fronte. Per questo l'ascolto non è un'attitudine facile e scontata. Ma appunto quando si presenta come un tempo difficile e talvolta lento, può e deve far pensare che per l'altro sia un momento importante.

Ascolto inteso come disponibilità di tempo da dedicare all'altro e spazio mentale non giudicante. Ascolto capace di sostenere esperienze o vissuti, a volte estremi e bizzarri, accettandoli ed accogliendoli per mostrare all'altro di essere con lui oltre che per lui.
Saper ascoltare l'altro allora include l'essere in grado di sostenere i contenuti dell'ascolto.

Sostenere i vissuti dell'altro premette l'aver intrapreso un percorso di rivisitazione e rielaborazione dei propri vissuti. Ciò comporta un costante lavoro introspettivo che l'educatore dovrebbe poter svolgere con il sostegno di una supervisione individuale e/o di gruppo.

Ascolto come rinuncia di qualcosa di sè per l'altro. Rinuncia del proprio tempo, della propria parola e del giudizio.


Bibliografia
- Marquet P.B, Carl rogers o la libertà della persona, Astrolabio, Roma 1972
- Duccio Demetrio, Educatori di professione, La Nuova Italia Firenze 1990

Luigi Cattaneo
Educatore professionale

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